Stazione di Ormea De moi
Ormea stazione ferroviaria | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Località | Ormea |
Coordinate | 44°09′00.75″N 7°54′51.04″E / 44.150208°N 7.914178°E |
Linee | ferrovia Ceva-Ormea |
Caratteristiche | |
Tipo | Stazione in superficie, di testa |
Stato attuale | In uso |
Operatore | Rete Ferroviaria Italiana |
Attivazione | 1891 |
Binari | 2 |
Interscambi | Autolinee interurbane |
Dintorni | Ormea |
La stazione di Ormea è una stazione ferroviaria, capolinea della ferrovia Ceva-Ormea, posta al servizio dell'omonimo comune quale capolinea di treni turistici.
Indice
- 1 Storia
- 2 Strutture e impianti
- 3 Movimento
- 4 Interscambi
- 5 Note
- 6 Bibliografia
- 7 Voci correlate
- 8 Altri progetti
- 9 Collegamenti esterni
Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ormea venne raggiunta dalla ferrovia nel 1893 e venne inaugurata in concomitanza all'attivazione del tronco Trappa-Ormea il 15 febbraio dello stesso anno[1]. L'impianto disponeva in origine di 2 binari passanti, di area rimessa locomotive (collegata da un fascio binari che si distaccava dal secondo) e uno scalo merci, composto da un piano caricatore, da un magazzino, da un ampio piazzale interno e da un binario tronco di accesso (in origine tale binario era affiancato da un altro binario al servizio della banchina di carico e scarico che si addentrava nel piazzale interno).
Al seguito dei provvedimenti di semplificazione delle linee a traffico ridotto, intorno alla metà del primo decennio degli anni 2000 la stazione risultava trasformata in fermata, vedendo l'eliminazione di tutti i binari ad eccezione del primo di corretto tracciato[2].
Al 2002 la fermata risultava impresenziata insieme a tutti gli altri impianti sulla linea ad esclusione della stazione di Ceva[3].
La fermata rimase senza traffico dal 17 giugno 2012 per effetto della sospensione del servizio sulla linea[4][5].
In vista della riapertura della linea a fini turistici[6], nel mese di giugno 2016 sono stati effettuati lavori per il ripristino del secondo binario, per consentire alle motrici di effettuare manovre, nonché altre opere di pulizia e manutenzione dell'area e delle strutture di pertinenza della stazione, quale la vecchia torre dell'acqua, ritinteggiata dopo anni in stato di degrado[7]. Nell'impianto effettuano fermata tutti i treni storici che percorrono la linea, a partire dall'11 settembre 2016[8].
Il 25 novembre dello stesso anno la linea è stata interrotta a causa dell'esondazione del Tanaro, che ha provocato una frana a ridosso del fiume nel tratto tra Priola e Pievetta, da cui sono ceduti 500 metri di binari[9]. Nonostante il danno è stata svolta ugualmente l'ultima corsa turistica dell'anno con un treno a vapore, con capolinea la fermata di Bagnasco[10]. L'anno successivo le corse sono proseguite fino a Pievetta mentre le stazioni successive, compresa Ormea, tornarono ad essere senza traffico, nell'attesa del completo ripristino della linea, previsto nel 2018[11].
Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione, gestita da Rete Ferroviaria Italiana, nel suo assetto originario, si presentava dotata di due binari dedicati al traffico passeggeri, divisi da una banchina ad isola e con un'ulteriore banchina a servizio del primo binario. Le due banchine erano collegate a raso mediante una passerella in legno. A partire da questi binari ne derivavano numerosi altri tronchi, a servizio dello scalo merci, della rimessa locomotive e per il rifornimento delle locomotive a vapore.
Con la progressiva perdita di importanza dello scalo, la cessazione dei servizi merci e l'uso sempre maggiore delle automotrici, che non necessitano di un binario di manovra per invertire la marcia, gran parte del piazzale risultava al 2004 in stato di abbandono. Pochi anni dopo vennero rimossi tutti i binari, con la sola eccezione di quello di corsa della linea, rendendo l'impianto una semplice fermata[2].
Nel 2016, con la proposta di riutilizzo della ferrovia, chiusa al traffico commerciale dal 2012, come linea turistica, è stato ripristinato il secondo binario ed è stata completamente abbattuta la banchina ad isola, visto il suo inutilizzo.
Al 2016 la stazione è dotata di 2 binari tronchi della linea a binario unico, che si ricongiungono in fondo alla stazione formando un'asta di manovra. Il primo binario, provvisto di marciapiede, è utilizzato per l'imbarco dei passeggeri; il secondo è soltanto di servizio per le manovre delle motrici, che effettuano passaggio dalla coda alla testa del treno. Il traffico è regolato da un unico segnale luminoso di partenza, in direzione Ceva, e da quello di fine linea, nella direzione opposta. L'azionamento degli scambi è manuale ed è effettuato dal personale sul posto, poiché la stazione non è dotata di dispositivi per il comando centralizzato tramite apparato ACEI.
Il fabbricato viaggiatori è a due piani. A seguito dell'impresenziamento dell'impianto, esso venne chiuso e per ovviare alla mancanza di un riparo in caso di maltempo venne aggiunta una pensilina in metallo dotata di una biglietteria automatica (in seguito rimossa), due obliteratrici e di pannelli informativi per i viaggiatori[2].
Nella stazione sono ancora presenti altre strutture, tra cui: il magazzino merci, la sottostazione elettrica Trifase e la torre dell'acqua per le locomotive a vapore.
Movimento[modifica | modifica wikitesto]
La fermata, durante gli ultimi anni di servizio, era servita solamente da regionali effettuati da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Piemonte.
Dal 2016, l'impianto è servito su calendario da treni storici della Fondazione FS, in cui sono previsti collegamenti diretti con Torino.
Interscambi[modifica | modifica wikitesto]
Fermata autobus
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Il cece di Nucetto Archiviato il 12 ottobre 2013 in Internet Archive.
- ^ a b c http://www.stagniweb.it/foto6.asp?File=l_aln2&Inizio=40&Righe=10&InizioI=1&RigheI=50&Col=5
- ^ Fabrizio Torella, Teresa Coltellese, Le stazioni impresenziate, op. cit.
- ^ Silvia Adorno, Chiusure in Piemonte, in "I Treni" n. 351 (settembre 2012), pp. 14-19
- ^ Redazionale, Servizio con autobus sulle ferrovie a bassa frequentazione, in Piemonte Informa, 16 giugno 2012. URL consultato il 17 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2013).
- ^ Guarda al turismo la riapertura della ferrovia Ceva-Ormea, su regione.piemonte.it. URL consultato il 3 febbraio 2016.
- ^ "Ferrovia del Tanaro", procedono le attività sulla linea in vista della riapertura a scopi turistici, su fondazionefs.it. URL consultato il 10 giugno 2016.
- ^ LA STAMPA - Torna a vivere la storica ferrovia Ceva-Ormea
- ^ Ferrovie.info - Danneggiata dall'alluvione la ferrovia Ceva - Ormea
- ^ LA STAMPA - Il “treno della rinascita” più forte dell’alluvione
- ^ http://www.targatocn.it/2017/07/21/leggi-notizia/argomenti/eventi/articolo/la-ferrovia-del-tanaro-e-pronta-ad-accogliere-il-primo-treno-storico-del-2017.html
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Direzione generale delle strade ferrate, Relazione statistica sulle costruzioni e sull'esercizio delle strade ferrate italiane, Tipografia Eredi Botta, 1882.
- Rivista generale delle ferrovie e dei lavori pubblici, Volume 20, 1902.
- Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, 1908.
- Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Relazione annuale - 1974, 1975.
- Fabrizio Torella, Teresa Coltellese, Le stazioni impresenziate sulla rete ferroviaria italiana. Definire il fenomeno per definire le opportunità, 2002.
- Rete Ferroviaria Italiana, Fascicolo Linea 8, edizione 2003.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Ormea
- Ferrovia Ceva-Ormea
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Una gita a Ormea! p.1 e 2 - Stagniweb